Troppo spesso si parla di storie di abusi, violenze, discriminazioni all’interno dello sport. Riflesso inevitabile della società in cui viviamo, anche il mondo dei valori olimpici, segnati da rispetto, inclusione, lealtà e amicizia, sono stati troppo spesso intaccati da storie di cui non vorremmo mai sentire parlare.
Agli onori delle cronache è salito il mondo della ginnastica ritmica, che a Parigi 2024 ha dimostrato, per fortuna, di essere molto più sano e resiliente di quanto alcuni violenti non abbiano voluto far credere: abbiamo negli occhi le medaglie delle “farfalle” nell’all around a squadre e di Sofia Raffaeli, prime volte nella storia dell’Italia alle Olimpiadi.
In molti, poi, conoscono le numerose attività dell’ Associazione ChangeTheGame, fondata dalla giornalista Daniela Simonetti, che da anni si occupa di denunciare storie di abusi e violenze nello sport (autrice anche del libro inchiesta Impunità di Gregge: sesso, bugie e omertà nel mondo dello sport (Chiarelettere). Inchieste da cui, peraltro, è stato tratto un podcast, No coach, che è disponibile su tutte le piattaforme ed è come un pugno nello stomaco, uno squarcio su un velo di silenzio.
Scoprire certe storie di abusi, di qualsiasi genere, fa male, ma chiama in causa tutti noi, educatori ed educandi, alla responsabilità. A fare di più, a vigilare.
Ebbene, la nostra società ha aderito con entusiasmo alle direttive del CONI (e, di conseguenza, della FIP), che da quest’anno ha diramato delle linee guida per la prevenzione e il contrasto a ogni forma di violenza e discriminazione. La stessa Federazione ha disposto una normativa apposita e un Safeguarding Officer (nella persona dell’avvocato Marco Ferrante) che si occupa direttamente di raccogliere segnalazioni e intervenire in caso di necessità.
Abbiamo così introdotto, con una delibera dell’agosto del 2024, un Codice di condotta a tutela dei minori e per la prevenzione delle molestie, della violenza di genere e di ogni altra condizione di discriminazione.
Rivisto e sottoscritto dalla nostra Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni, la dott.a Claudia Sciretti (Assistente Sociale di Olbia), contiene una serie di norme che riguardano tutti noi, dirigenti, allenatori, atleti, collaboratori. Si parla di abusi, molestie, bullismo e cyberbullismo, ma anche di comportamenti discriminatori e di incuria: il tutto secondo il principio generale secondo cui «è da intendersi vietata ogni altra condotta che possa pregiudicare il mantenimento di un ambiente sportivo rispettoso, equo e privo di qualsiasi forma di abuso, violenza e discriminazione».
Molto più che semplici parole, sono un monito per tutta la società per aprire gli occhi. Siamo felici di poter dire che in tanti anni di lavoro con i ragazzi non si siano mai verificati episodi di simile rilevanza; eppure siamo consapevoli che nessuno è immune dai pericoli, soprattutto nella società in cui viviamo. Soprattutto quando abbiamo a che fare con la crescita di bambini, bambine, ragazzi e ragazze.
Ed è per questo che occorre sempre sensibilizzare, prevenire, controllare, intervenire. Come recita la nostra mission, la nostra ambizione resta quella di «insegnare la pallacanestro e contribuire alla formazione della persona». Per non venire meno ai valori olimpici voluti da De Coubertin.
1,2,3…Olimpia!